Camera di Commercio Italo Cinese

Storia

Comune di Olmeneta
NOME ENTE COMUNE DI OLMENETA
CODICE FISCALE 00269750196
INDIRIZZO Via Dante,3 - 26010 OLMENETA (CR)
RECAPITI TELEFONICI

Tel. 0372 924121

Fax. 0372 924349

CONTATTI: info@comune.olmeneta.cr.it
PEC comune.olmeneta.cr@pec.it
CODICE CATASTALE G047

 


Si ricorda che per quanto riguarda la modulistica è necessario utilizzare il menù laterale che è comune per tutti gli enti appartenenti all'Unione Lombarda dei comuni Oglio-Ciria


CENNI STORICI

Questo comune della provincia di Cremona ha, sul suo territorio, tracce della presenza umana da almeno due millenni. Olmeneta viene interessata dalla centuriazione romana. Alcuni ritrovamenti archeologici provano che sul territorio del comune, specie nelle aree tre le località S. Martino delle Ferrate e Ca' del Botto, la presenza romana sia dimostrata da una villa rustica: un tipico esempio di unità produttiva e residenziale di età romana. Questa villa era una delle due località in cui si produceva il laterizio nella provincia di Cremona. Altri reperti del periodo romano sono un ripostiglio con un gruzzolo di oltre quattrocento denarii d'argento di età repubblicana datati I secolo a.C. ed un epigrafe funeraria del II secolo d.C.

Le prime fonti che parlano di Olmeneta si ritrovano in un atto testamentario del 1021: il vescovo di Cremona, Landolfo lasciava ai monaci di S. Lorenzo, alcuni terreni in diverse parti della diocesi, tra cui ad Olmeneta indica diverse “pezze” di terreno.

Sappiamo solo e questo ce lo dice il testamento di Landolfo, che nel 1021 un centro abitato a nome Ulmenetum esisteva. Altre notizie di donazioni ci giungono da diverse fonti: nel 1132 vengono ceduti ai cistercensi alcuni terreni in Olmeneta. L'ipotesi che non vivessero monaci ad Olmeneta è di François Menant e vede gli esperti abbastanza concordi, il semplice dono di terreni ad un abazia non comporta automaticamente la fondazione di un monastero o l'edificazione di nuovi edifici religiosi. Il Medioevo a Olmeneta prosegue, altri documenti datati 1275 e ripresi nel 1336 ci parlano della chiesa di S. Giovanni Battista: la chiesa e le sue proprietà furono mal governate ed il Vescovo decise di lasciare la cura della chiesa e delle proprietà all'abate di S. Lorenzo: mandò questi, quindi un suo incaricato a mandare avanti le proprietà ed a gestire la “cura delle anime”.

Secondo Ludovico Cavitelli ebbe luogo ad Olmeneta il 5 novembre 1318 una battaglia nella località fenile Zucchelli. Qui si affrontano i sostenitori di Ponzino Ponzone capo della fazione dei Maltraversi (formata, dai guelfi del partito moderato e dai ghibellini) rappresentati qui da tale Niccolò Burgo (o Barzi) e altri 29 gahibellini che difesero la torre degli Zucchelli che i guelfi di Guglielmo Cavalcabò, fino a quel momento trinceratisi a Robecco, distrussero salvo essere allontanati dal campo di battaglia dall'arrivo di Ponzino Ponzone e quindi tornare al castello di Robecco, tenuto ancora dai guelfi.

Le prime notizie su un comune ad Olmeneta ci arrivano nel 1562 come “Comune del contado di Cremona”. Il dato è riportato di nuovo nel 1634 e nel 1751. In questo ultimo caso le notizie provengono, diciamo, dal paese stesso perché le autorità mandarono un questionario con 45 quesiti dai quali emerge: come il comune fosse gestito attraverso funzionari eletti dall'assemblea generale, che fosse abitato da 700 persone. Il 10 giugno 1757 per decreto territoriale dello Stato di Milano, venivano assegnate al comune le unità territoriali di Trecchina, Ca' del Botto e S. Martino delle ferrate, fino ad allora separati e tutti posti ad oriente del centro abitato.

L'ottocento, soprattutto verso lo scadere del secolo, porta molte notizie: infatti iniziano quei lavori di minuziosa ricerca e catalogazione di tutte le località italiane, prototipo degli articoli nelle enciclopedie.

Vi era un palazzo del marchese Zucchelli distrutto tra il 1800 e 1802. Villa Manna-Roncadelli ha subito degli interventi nel XIX secolo ma non è chiaro se sia stata costruita totalmente in quel secolo perché alcuni elementi sono di gusto romantico, altri elementi rimandano al '700.

Sempre dell'ottocento la notizia, riportata come fatto notabile, la presenza di tre olmi di grosse dimensioni nella piazza della chiesa, “10 braccia ciascuno” (se la misurazione è corretta, 6 metri di diametro), uno fu abbattuto da un uragano nel 1830 e gli altri levati qualche anno dopo, le misure furono prese da Andrea Tornelli, maestro comunale. Nel 1836 e nel 1855 il paese è colpito da epidemie di febbre e colera.

Tra il 1860 ed il 1870 ad Olmeneta arriva la ferrovia: la scelta di farne un raccordo delle ferrovie che collegano Cremona a Brescia e Cremona a Treviglio, viene discussa più e più volte nel Parlamento italiano.

La popolazione nell'ottocento è censita tra i 1280-1300 abitanti. Nel 1899: sono censite 1458 persone, salvo poi discendere fino agli anni venti del novecento a 1300 abitanti, restare stabile durante il fascismo e calare massicciamente fino a 848 persone negli anni ottanta del novecento a causa dell'emigrazione verso Milano prima e, in misura minore a Cremona poi. A partire dagli anni novanta la tendenza si è invertita: l'ultimo censimento riporta 970 abitanti residenti, senza tuttavia essere giustificato da una natalità che resta vicina allo zero, perciò la spiegazione va ricercata in altre cause.

Sull'origine del nome Olmeneta:

Cercando notizie di Olmeneta nei libri di storia e nelle trascrizioni di testi originali, ho cercato il nome attuale e la forma in latino Ulmenetum. Ho riscontrato in due occorrenze un toponimo diverso: Ulmeto e Olmeda, riferito alla provenienza di un uomo originario da tale paese che prendeva in affitto alcuni terreni. Olmeda non è certo sia la nostra Olmeneta ed Ulmetum potrebbe essere un errore di trascrizione, sicuramente però si riferisce alla località Olmeneta. Il nome deriva sicuramente da Ulmus, “olmo” e la forma in italiano verrebbe dal diminutivo, sempre per l'albero, “Olmina”, questo secondo Olivieri nel suo dizionario dei toponimi.

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